Il virus C è responsabile dell’epatite post-trasfusionale, una volta chiamata epatite nonA, non-B. la possibilità di trasmissione dell’epatite con le trasfusioni è conosciuta da molti anni, e si pensava che la scoperta del virus B ed il controllo dell’infezione su tutte le sacche di sangue consentisse la risoluzione del problema.
Invece, eliminati tutti i fl aconi di sangue positivi per il virus B, rimaneva una grossa fetta di pazienti che avevano comunque un’epatite, causata da un agente infettivo allora non ancora conosciuto, e per questo chiamato non-A, non-B.
La ricerca scientifica ha permesso di accertare l’esistenza del virus C, e si sono messi a punto esami di laboratorio per trovare la sua presenza.
Ci si è accorti così che molte altre epatiti croniche da causa non nota erano positive per il virus C, e soprattutto che un’enorme fetta della popolazione, spesso in buona salute e con esami normali, è infettata dal virus C.
Dagli anni ’90 in poi si è trovato che quasi tutti i crioglobulinemici sono positivi per il virus C, ma solo una parte di persone positive per il virus C fanno le crioglobuline. Perché?
Questa è la chiave di comprensione ultima attorno alla quale il mondo sta lavorando. Qualche dato è presente, ma manca ancora molto da scoprire (o forse poco, chissà).